12/08/09

DE ETERNO FEMMINEO”…qua e là leggendo

Ed ha studiato,ahimè,filosofia,
giurisprudenza e medicina;
anche purtroppo,teologia,
da cima a fondo,con tenace ardore.
Eccomi a desso qui,povero stolto,
e tanto so quanto sapevo prima.
Mi chiamano Maestro:anzi Dottore….
Sono dieci anni che menando vo
Pel naso i miei scolari,…….
…………………………….
.Ma solo per accorgermi
Che nulla ciè dato di sapere,al mondo…
.nulla di nulla…………………….
………………………………
Perciò mi sono dato alla Magia,
anelo di trovar se non mi svelino
qualche segreto almeno
la forza e la natura degli spiriti,
così che più non debba balbettare,
sudando sangue,quello che non so;
e mi sia dato di scoprir che cosa
tiene congiunto,alle radici,il mondo;
scorga operare ogni linfa,ogni seme;
e possa alfine smetterla
di cavillar con le parole……
…………………………………………..
(Il Chorus Mysticus conclude):

Tutto l’effimero è solo un simbolo.
L’ineluttabile si compie qua.
Qui,l’ineffabile è realtà.
Ci trae,superno,verso l’empireo
Femmineo eterno

Tratto dal-FAUST -
Wolfang Goethe trad. V. Errante

17/07/09

Terra e cielo d'Irlanda


ASCOLDANDO MUSICA CELTICA

L’arpa avvia la musica dolcemente,la segue il celio: i suoni corrono in sintonia,si sente in sottofondo, nel crescendo,una costante come di sistri che segna il ritmo lento del paesaggio irlandese. Nuvole corrono ,a tratti si addensano,l'acqua dei rivi più calmi gorgoglia e poi tace nello specchio fermo dei i laghi.

Avanzano i profili delle rocce aspre e nere, le scogliere si protendono ad abbracciare onde mutevoli e cielo e terra ed acque non hanno confine.

Connemara lunare: rocce piatte , fiori d'erica rasenti su pendii ,verdi profili dolci aspri,si perdono nell’ orizzonte cinerino.

Greggi bianche, belanti dentro recinti di sassi antichi e rovine e croci di cimiteri austeri ,

evocano leggende remote di eroi dai lunghi capelli ,con voci possenti e passo sonante,di ombre silenti dentro celle scavate dal tempo,di tetti di fango odoroso di torba, di madri provate che nutrono a stento la prole chiassosa, di canti radenti le spalle di chi attende alla vita paziente.

Simulacri viventi che l'erba avvince e il cielo conforta .

Cattedrali di vento e di pioggia sottile,balaustre sul mare che il vento sferzante di voci remote fra crepe di sasso e cortecce di pino, proietta lontano….,lontano…..

Senza pareti ,gli echi si levano liberi e trascorrono di foglia in foglia,di stelo in stelo, di pietra in pietra, di cuore in cuore e si distendono, quale carezza benevola,

sulla terra amata e sulle greci assonnate che la notte sorprende all’addiaccio.

Il cielo capovolto danza dentro il creato.

l'arpa avvia la musica dolcemente la segue il celio e i suoni corrono in sintonia Si sente in sottofondo nel crescendo,una costante come di sistri che segna il ritmo lento del paesaggio irandese: nuvole che corrono ,a tratti si addensano ,l'acqua dei rivi piu calma e piu ferma dei suoi laghi i profili delle rocce aspre e nere, le scogliere dove mare e cielo non hanno confine.

il Connemara lunare, rocce piatte sul mare, fiori d'erica su pendii verdi che si perdono alla vista,greggi dentro recinti di sassi antichi, rovine ,croci,cimiteri austeri che l'erba consola e il cielo conforta ,altari di una cattedrale senza pareti; gli echi delle cose si levano liberi e trascorrono di foglia in foglia,da goccia a pozza da rivo a lago,
da terra a cielo.

TI HO LASCIATO ANDARE

ti ho lasciata andare 10-05-009 ore 8

ti ho lasciata andare 10-05-009 ore 8.45

ritorno a casa e lei mi aspetta radiosa

mamma

i sui occhi brillano

di vita ripresa

ho un regalo per te

sono stanca il viaggio è stato

una cavalcata nel tempo

ma il porto è calmo

luce nuova dentro gli occhi di mare

la polvere rosa della pietra raffiora

nuova

ha grattato il mio amore

la patina del dolore

le fughe sono bianche

non le ricordavo

come pietra arenaria all'aurora

tu mi regali un frammento di cielo

pavimenti nuovi hai costruito per noi

il tempo si ferma

contempla l'opera compiaciuto

e riprende il suo

antico cammino

L'iniziazione

In tutte le societa tribali l'iniziazione segna un passaggio ,una separazione tra il prima e il dopo.la comunità decide il tempo e il come.Le prove sono diverse e in relazione alla cultura che le esprime Costanti sono l'allontanamento,la provae il riconoscimento.
Il come e il perchè non sono dati e in questo consiste la via. Oguno la trova dentro sè.Per questo esistono pluralità di strade accomunate solo dal risultato che verrà riconosciuto dal gruppo sociale di appartenenza come novus status per colui che avrà superato la prova cioesarà divenutomembro adulto accettato nella comunità .

la via orfica

non sono una conoscitrice di musica ma trovo il suo linguaggio altamente comunicativo in quanto supera più di altri codici le diversità. Essa penetra nell'intimo dell'anima ed evoca echi e miti stratificati nell'inconscio individuale e collettivo. il miti che la musica è in grado di evocare, avendo carattere di fascinazione e una ripercussione psichica profonda, porta a viaggiare dentro e fuori di noi . La realtà viene rivisitata sincronicamente al fluire delle note e dell'armonia con occhi panici. Orfeo, Mercurio, Ermes e altri daimon,sono, con nomi diversi, la figure, i simboli che traghettano l'esperienza mistica interiore ,non alla autocoscienza razionale per poi indirizzarla verso il Logos, ma lungo una via direi sensibile ed empatica, dentro la profondità dell'essere individuale. Qui scava il vuoto,quindi la nostalgia del creatore di cui si è prodotta una appercezione emozionale singolare.

Un uso sapiente dello strumento musica e della multimedialità a livello educativo, ha effetti potenti sulla psicologia del profondo e quindi sulla costruzione di un uomo completo. L’esperienza orfica calata nel nostro contesto, con modalità e tecniche giuste produrrebbe l’effetto di liberare dal buio dell'inconsapevolezza , dell'indistinto,del caos, quei piccoli frammenti di luce che, se liberati nel modo giusto ,seguiranno la traiettoria loro naturale: ciò che sta in basso e identico a ciò che sta in alto e viceversa. Allora i singoli elementi separati tenderanno a ricongiungersi con quelli aventi ugual natura.

Dalla mia esperienza di docente, da anni vicina e lontana al tempo stesso, dagli adolescenti ho colto che essi rispondono meglio a linguaggi che sappiano rompere l'involucro duro che spesso li arma. Dopo un certo lavoro di ascolto e di confronto e di cambio di prospettiva ha realizzato che anche dietro musicalità a noi 50-60enni ostiche, si celano messaggi e miti che possono essere ricondotti ad un unico e forte bisogno di esserci, di sentirsi vivi ,parte di un tutto spesso negato .Io credo che per i giovani ci sia bisogno di un approccio forte, a volte dirompente ,ma al tempo stesso articolato e sottile, in grado di scuoterli,liberarli, emozionarli ed esaltarli accumunandoli infine verso il positivo.

la via orfica è il primo livello,la porta privilegiata per raggiungere il sé e avviare la costruzione di un antropos integrale.

Ho scritto di getto ,sicuramente con molti errori e inesattezze anche concettuali quando faccio collegamenti con esoterismo e gnosticismo.

ho ancora molto da mettere a fuoco e da scoprire.

Pauca mihi sunt

Un abbraccio

simbologia del serpente

Se lo si guarda mentre si morde la coda, come nell’immagine dell’ Ouroboros mitologico, si scorgerà proprio il simbolo dell’eterno ciclo senza inizio né fine.

Il serpente che si morde la coda è la dialettica materiale della vita e della morte, la morte che esce dalla vita e la vita che esce dalla morte, non come i contrari della logica platonica, ma come una inversione senza fine della materia di morte o della materia di vita.

Come custode del potere terrestre, il Serpente percepisce ogni movimento del suolo e del sottosuolo, prima ancora che i suoi effetti si verifichino e si mostrino sulla superficie della Terra e agli occhi degli uomini.

È quindi considerato l’animale della Profezia ed era proprio la Profezia ciò di cui si occupavano le antiche Sacerdotesse che venivano chiamate Pythie (serpi), o drakaine, e che erano particolarmente affini all’aspetto della primitiva Dea Serpente, raffigurata nei reperti archeologici con testa di serpente, arti serpentini o simboli di spire (emanatici di forza rigenerativa), spirali e linee ondulate, a imitare il movimento del rettile e i segni che questo lascia sulla sabbia al suo passaggio.